Vino Barolo DOCG
La storia del Barolo : rispetto a tanti altri vini italiani , la cui storia si perde in tempi lontani e si confonde con quella dei vitigni con cui sono prodotti , la storia del Barolo è facilmente circoscrivibile ed ha forti identificazioni con il Risorgimento e con il processo di unificazione dell'Italia. L'influenza delle origini francesi dei Savoia era tale da ripercuotersi in molteplici aspetti della vita sociale : i grandi vini che erano ammessi sulle tavole degli aristocratici erano infatti i grandi vini francesi delle regioni di Bordeaux e Bourgogne , mentre i vitigni locali fra cui anche il Nebbiolo erano sfruttati per lo più per ottenere vini dolci. Francese fu anche l'enologo , tale Luis Oudart , che prima la Marchesa Faletti di Barolo e poi il Camillo Benso Conte di Cavour interpellarono per ottenere dalle uve Nebbiolo locali un vino capace di confrontarsi con i grandi Bordeaux e Bourgogne : Oudart riusci talmente bene nell'intento che il Nebbiolo invecchiato ottenne rapidamente un enorme successo , tanto da indurre anche il Re Vittorio Emanuele II convertì al nuovo vino i vigneti della sua tenuta di caccia di Fontanafredda. Era nato il "vino dei re" , che nell'arco di un secolo sarebbe diventato anche il "re dei vini (italiani)" secondo tappe di riconoscimenti successivi : nel 1934 la nascita del Consorzio di Tutela del Barolo e del Barbaresco , nel 1966 la Denominazione di Origine Controllata DOC , nel 1980 la Denominazione di origine controllata e garantita DOCG.
Zona di produzione del Barolo DOCG :la produzione del Barolo è limitata a pochi comuni, nel disciplinare se ne contano 12 ; oltre all'omonimo comune di Barolo , abbiamo Castiglione Falletto , Cherasco , Diano d'Alba , Grinzane Cavour , La Morra , Monforte d'Alba , Novello , Roddi , Serralunga d'Alba e Verduno. In questi lembi di terra, il nebbiolo ha trovato la sua culla migliore grazie ad un microclima fatto di inverni freddi ed estati calde , con terreni collinari compresi fra i 300 e i 500 metri , terreni prevalentemente calcareo-argillosi ed esposizione prevalentemente a sud. La variazione di microclima fra sottozone e fra singoli vigneti hanno fatto si che le etichette di Barolo siano quasi sempre denominate con il nome dei Crus , come se si trattasse di singole sottodenominazioni De Facto : alcuni dei Crus storici del Barolo sono Cannubi , Brunate , Le Coste , Bussia , Bricco Boschis , Romirasco , Ravera
I vitigni utilizzati per il Barolo : il principe unico ed indiscusso della DOCG Barolo è il vitgno nebbiolo , nelle sue varietà Lampia, Michet e Rosè . Si tratta di un'uva ricca di polifenoli destinata a dare vita a vini di grande corpo e struttura , che danno il loro meglio solo se sufficientemente invecchiati. Fu questa la grande intuizione di Luis Odart che abbiamo citato a proposito della storia del Barolo : egli intui che i Nebbiolo vinificati giovani come nella prima metà dell'ottocento non arrivavano mai alla corretta fermentazione ed i vini che ne uscivano erano dolci e instabili. Un'altra caratteristica fondamentale del Nebbiolo è quello di dare luogo a vini fortemente "territoriali" : se nei territori piemontesi e in parte lombardi da luogo ad alcuni dei vini fra i più nobili del panorama nazionale ed anche internazionale , come il Barolo DOCG , il Barbaresco DOCG ed in parte anche il Valtellina Superiore DOCG , lontano da questo suo habitat naturale non riesce a dare luogoa vini altrettanto importanti.
Le proprietà organolettiche del Barolo :Il colore è rosso granato intensissimo con evidenti riflessi aranciati. Al naso è ampio, complesso avvolgente , con sentori evidenti di rosa, marmellate, confetture, frutta cotta, ma anche eterei di noce moscata, cannella, pepe nero, liquirizia. Una variegatura di aromi e profumi quasi impossibile da elencare. Nonostante i lunghi anni di affinamento si riescono ancora a percepire noti segni di freschezza. Al palato è armonioso ed equilibrato in tutti i suoi lati : il vino Barolo una voltra bevuto è molto molto difficile dimenticare.
Quali piatti abbinare al Barolo : il Barolo si abbina perfettamente carni rosse, filetto al pepe, preparazioni con tartufi, formaggi ben stagionati e come dimenticare
La storia del Barolo : rispetto a tanti altri vini italiani , la cui storia si perde in tempi lontani e si confonde con quella dei vitigni con cui sono prodotti , la storia del Barolo è facilmente circoscrivibile ed ha forti identificazioni con il Risorgimento e con il processo di unificazione dell'Italia. L'influenza delle origini francesi dei Savoia era tale da ripercuotersi in molteplici aspetti della vita sociale : i grandi vini che erano ammessi sulle tavole degli aristocratici erano infatti i grandi vini francesi delle regioni di Bordeaux e Bourgogne , mentre i vitigni locali fra cui anche il Nebbiolo erano sfruttati per lo più per ottenere vini dolci. Francese fu anche l'enologo , tale Luis Oudart , che prima la Marchesa Faletti di Barolo e poi il Camillo Benso Conte di Cavour interpellarono per ottenere dalle uve Nebbiolo locali un vino capace di confrontarsi con i grandi Bordeaux e Bourgogne : Oudart riusci talmente bene nell'intento che il Nebbiolo invecchiato ottenne rapidamente un enorme successo , tanto da indurre anche il Re Vittorio Emanuele II convertì al nuovo vino i vigneti della sua tenuta di caccia di Fontanafredda. Era nato il "vino dei re" , che nell'arco di un secolo sarebbe diventato anche il "re dei vini (italiani)" secondo tappe di riconoscimenti successivi : nel 1934 la nascita del Consorzio di Tutela del Barolo e del Barbaresco , nel 1966 la Denominazione di Origine Controllata DOC , nel 1980 la Denominazione di origine controllata e garantita DOCG.
Zona di produzione del Barolo DOCG :la produzione del Barolo è limitata a pochi comuni, nel disciplinare se ne contano 12 ; oltre all'omonimo comune di Barolo , abbiamo Castiglione Falletto , Cherasco , Diano d'Alba , Grinzane Cavour , La Morra , Monforte d'Alba , Novello , Roddi , Serralunga d'Alba e Verduno. In questi lembi di terra, il nebbiolo ha trovato la sua culla migliore grazie ad un microclima fatto di inverni freddi ed estati calde , con terreni collinari compresi fra i 300 e i 500 metri , terreni prevalentemente calcareo-argillosi ed esposizione prevalentemente a sud. La variazione di microclima fra sottozone e fra singoli vigneti hanno fatto si che le etichette di Barolo siano quasi sempre denominate con il nome dei Crus , come se si trattasse di singole sottodenominazioni De Facto : alcuni dei Crus storici del Barolo sono Cannubi , Brunate , Le Coste , Bussia , Bricco Boschis , Romirasco , Ravera
I vitigni utilizzati per il Barolo : il principe unico ed indiscusso della DOCG Barolo è il vitgno nebbiolo , nelle sue varietà Lampia, Michet e Rosè . Si tratta di un'uva ricca di polifenoli destinata a dare vita a vini di grande corpo e struttura , che danno il loro meglio solo se sufficientemente invecchiati. Fu questa la grande intuizione di Luis Odart che abbiamo citato a proposito della storia del Barolo : egli intui che i Nebbiolo vinificati giovani come nella prima metà dell'ottocento non arrivavano mai alla corretta fermentazione ed i vini che ne uscivano erano dolci e instabili. Un'altra caratteristica fondamentale del Nebbiolo è quello di dare luogo a vini fortemente "territoriali" : se nei territori piemontesi e in parte lombardi da luogo ad alcuni dei vini fra i più nobili del panorama nazionale ed anche internazionale , come il Barolo DOCG , il Barbaresco DOCG ed in parte anche il Valtellina Superiore DOCG , lontano da questo suo habitat naturale non riesce a dare luogoa vini altrettanto importanti.
Le proprietà organolettiche del Barolo :Il colore è rosso granato intensissimo con evidenti riflessi aranciati. Al naso è ampio, complesso avvolgente , con sentori evidenti di rosa, marmellate, confetture, frutta cotta, ma anche eterei di noce moscata, cannella, pepe nero, liquirizia. Una variegatura di aromi e profumi quasi impossibile da elencare. Nonostante i lunghi anni di affinamento si riescono ancora a percepire noti segni di freschezza. Al palato è armonioso ed equilibrato in tutti i suoi lati : il vino Barolo una voltra bevuto è molto molto difficile dimenticare.
Quali piatti abbinare al Barolo : il Barolo si abbina perfettamente carni rosse, filetto al pepe, preparazioni con tartufi, formaggi ben stagionati e come dimenticare