Jura è una delle più piccole regioni vinicole di Francia, tra i curiosissimi vini che vi sono prodotti un posto nell’olimpo spetta al Vin Jaune. Si tratta di un vino ottenuto da uva Savagnin, allevato per sei anni e tre mesi in botticelle da 228 litri, senza travasi né ricolmature per riequilibrare quell’evaporazione che naturalmente avviene attraverso il legno.
Sebbene la botticella scolma sviluppi una intercapedine di aria, il vino non inacidisce perché si forma una sorta di velo, di pellicola, sulla superficie del liquido, il cui spessore protegge il vino sottostante dall’ossidazione: si attiva quel processo che tutti chiamano ossidazione controllata. Ne esce un vino dal colore giallo dorato luccicante, talvolta brillantemente color ambra. I profumi sono taglienti, di curry, di scorza di arancio amara, di nocciola tostata, di mandorla amaricante. Il gusto è secco, secchissimo, il finale di bocca lunghissimo con chiusura che vira al distillato.
A suggellare questo lunga permanenza in botte e ad esaltare la sacralità enologica di questo lento processo di acquisizione delle qualità organolettiche, non si sono fatti mancare nemmeno l’istituzione di un evento ad hoc: la percée du Vin Jaune. Sarebbe traducibile con “la bucatura del vino” (della botticella). Come per fare un piercing, e quindi si buca la botte, ma in italiano forse è più simpatico adottare il significato di: via il cocchiume.
E questo accade in ogni anno in una chiesa della zona del Jura. La prima botte della vendemmia di sei anni prima viene sacrificata sull’altare di una chiesa e il vino è versato e bevuto dagli avventori appositamente convenuti, come un eno-pellegrinaggio, nella sede della cerimonia.
Ogni anno la sede della cerimonia cambia: nel 2014 la festa segnerà la diciottesima edizione e si terrà a Voiteur il 2 e 3 febbraio.
Quattro sono gli attori principali dell’evento: il parroco che officia il rito, la Commanderie des Nobles Vins du Jura et du Comté, il Vin Jaune e il formaggio Comté, che ben si combina con il vino.
Spetta alla Commanderie la spillatura del vino, cosa che avviene fuori dalla porta della chiesa con l’altare alle spalle, dal momento in cui il giallo Jura se ne zampilla iniziano gli assaggi e gli abbinamenti.
Negli ultimi anni si è verificata un’esplosione di presenze, fino a 25.000, per cui l’offerta dei vini in degustazione si è ampliata e si potranno degustare anche i bianchi, i rossi e i Vin de Paille.
Il modo di presenziarvi è semplice. Giunti all’ingresso del paese di Voiteur dovrete acquistare il vostro bicchiere e dei voucher. Questi vi consentiranno di fare un certo numero di degustazioni, girellando in qua e in là per il piccolo paese (meno di 800 anime) se saprete resistere a un clima non certo da Costa Azzurra. È un’esperienza simpaticissima, molto friendly e molto pericolosa, infatti la polizia locale non vi farà mettere alla guida fino a quando l’etilometro non segnerà il cessato allarme.
Molto interessante è l’operazione di “clavelinage”. Si tratta di un concorso enologico a cui possono partecipare i produttori di Vin Jaune della AOP Château-Chalon, Arbois, L’Étoile e Côtes du Jura. Condizione irrinunciabile è che il vino sia affinato minimo 10 anni e tre mesi. Una giuria esegue le degustazioni, rigorosamente anonime, e alla fine i premiati saranno “claveliné”: insigniti di onorificenza.
Se qualche audace fosse interessato ecco gli indirizzi utili da contattare prima di mettersi in viaggio:
Coteaux de la Haute Seille (Voiteur) – Tel. 00 33 3 84446247, [email protected]
Lons Le Saunier – Tel. 00 33 3 84246501, [email protected]om
Il Jura e la vicina Savoia hanno origini vitivinicole risalenti al Medioevo, con una regola che ne definiva i principi, anche se si ipotizza che già Plinio si riferisse al Savagnin come al “vino bianco che sa di pece”. Nel 1500 Filippo V° promuove a vini di corte i vini di queste zone.
Fillossera e crollo delle vendite portano quasi all’azzeramento della produzione, quando, negli anni ’50, Henri Maire rilancia la regione con l’invenzione del “vin fou”, il “vino pazzo” che fa esplodere buona parte delle bottiglie in cui viene conservato.
Il Jura può contare oggi su una superficie vitata di circa 2000 ettari, meno dell’1% della superficie vitata francese, con una produzione che, al 70%, è formata da vini bianchi, vin jaune, vin de paille.
Il clima è semicontinentale, con molti microclimi, inverni lunghi e asciutti e una buona esposizione a sud-ovest, che garantisce circa 1800 ore annue di sole. Il terreno è calcareo permeabile e solubile, con marne blu, rosse, grigie e nere, argille e scisti dell’era giurassica e triassica, ricco di fossili che infondono mineralità ai vini della zona.
Oltre ai classici vitigni della Borgogna, Pinot Noir e Chardonnay, le uve principali della regione sono il Savagnin, grasso, complesso, speziato, principalmente usato per la produzione di vin jaune; il Poulsard, dal colore pallido, delicato, ma molto aromatico; il Trousseau, scuro, corposo, tannico, usato per i rossi e nei Crémant.
La caratteristica principale della regione è la produzione dei vini chiamati vin jaune (vino giallo) con un sapore unico evin de paille (vino di paglia, passito).
Il vin jaune è ottenuto da una vendemmia tardiva di uva Savagnin, sfrutta in pieno il processo di ossidazione e la tecnica del “velo de flor” e ha un potenziale di invecchiamento di decenni. I vin de paille sono vini dolci e liquorosi ottenuti per appassimento delle uve.
Nel Jura vengono riconosciute sei zone a denominazione controllata (A.O.C):
Arbois, in cui la maggior parte dei vini sono realizzati in uno stile tradizionale, con rossi potenti ed eleganti e vini bianchi tipici; Château-Chalon: zona di produzione per eccellenza dei grandi vin jaune (solo uve Savagnin con affinamento sotto il velo dei lievieti in botti scolme); Crémant du Jura: vini bianchi metodo classico e rosé con la possibilità di impiegare vitigni locali in sostituzione di Pinot Noir e Pinot Gris; Côtes du Jura: denominazione che consente di produrre vini di tutte le tipologie; L'Etoile: bianchi secchi minerali, vin jaune, vin de paille; Macvin du Jura: vino fortificato, una mistella, che proviene da mosto di vendemmia tardiva di uve Savagnin,
Subito grande successo e apprezzamento per il Crémant du Jura Blanc Brut 2007 - Domaine Rolet (Chardonnay 54%, Savagnin 23%, Poulsard 23%.), che viene servito con l’aperitivo a buffet in cui spiccano per gusto il salame di sola coscia “Marco d’Oggiono”, la tartare di salmerino del lago con zenzero fresco e la mousse alla barbabietola e sambuco. Da una zona non certo famosa per le bollicine un buon prodotto, con Savagnin e Poulsard a infondere delicatezza e aromaticità. Ottimo Crémant molto fresco, gradevole e raffinato, di colore giallo pallido con riflesso verdolini. Perlage fine e note eleganti di fiori bianchi e biancospino.
Sebbene la botticella scolma sviluppi una intercapedine di aria, il vino non inacidisce perché si forma una sorta di velo, di pellicola, sulla superficie del liquido, il cui spessore protegge il vino sottostante dall’ossidazione: si attiva quel processo che tutti chiamano ossidazione controllata. Ne esce un vino dal colore giallo dorato luccicante, talvolta brillantemente color ambra. I profumi sono taglienti, di curry, di scorza di arancio amara, di nocciola tostata, di mandorla amaricante. Il gusto è secco, secchissimo, il finale di bocca lunghissimo con chiusura che vira al distillato.
A suggellare questo lunga permanenza in botte e ad esaltare la sacralità enologica di questo lento processo di acquisizione delle qualità organolettiche, non si sono fatti mancare nemmeno l’istituzione di un evento ad hoc: la percée du Vin Jaune. Sarebbe traducibile con “la bucatura del vino” (della botticella). Come per fare un piercing, e quindi si buca la botte, ma in italiano forse è più simpatico adottare il significato di: via il cocchiume.
E questo accade in ogni anno in una chiesa della zona del Jura. La prima botte della vendemmia di sei anni prima viene sacrificata sull’altare di una chiesa e il vino è versato e bevuto dagli avventori appositamente convenuti, come un eno-pellegrinaggio, nella sede della cerimonia.
Ogni anno la sede della cerimonia cambia: nel 2014 la festa segnerà la diciottesima edizione e si terrà a Voiteur il 2 e 3 febbraio.
Quattro sono gli attori principali dell’evento: il parroco che officia il rito, la Commanderie des Nobles Vins du Jura et du Comté, il Vin Jaune e il formaggio Comté, che ben si combina con il vino.
Spetta alla Commanderie la spillatura del vino, cosa che avviene fuori dalla porta della chiesa con l’altare alle spalle, dal momento in cui il giallo Jura se ne zampilla iniziano gli assaggi e gli abbinamenti.
Negli ultimi anni si è verificata un’esplosione di presenze, fino a 25.000, per cui l’offerta dei vini in degustazione si è ampliata e si potranno degustare anche i bianchi, i rossi e i Vin de Paille.
Il modo di presenziarvi è semplice. Giunti all’ingresso del paese di Voiteur dovrete acquistare il vostro bicchiere e dei voucher. Questi vi consentiranno di fare un certo numero di degustazioni, girellando in qua e in là per il piccolo paese (meno di 800 anime) se saprete resistere a un clima non certo da Costa Azzurra. È un’esperienza simpaticissima, molto friendly e molto pericolosa, infatti la polizia locale non vi farà mettere alla guida fino a quando l’etilometro non segnerà il cessato allarme.
Molto interessante è l’operazione di “clavelinage”. Si tratta di un concorso enologico a cui possono partecipare i produttori di Vin Jaune della AOP Château-Chalon, Arbois, L’Étoile e Côtes du Jura. Condizione irrinunciabile è che il vino sia affinato minimo 10 anni e tre mesi. Una giuria esegue le degustazioni, rigorosamente anonime, e alla fine i premiati saranno “claveliné”: insigniti di onorificenza.
Se qualche audace fosse interessato ecco gli indirizzi utili da contattare prima di mettersi in viaggio:
Coteaux de la Haute Seille (Voiteur) – Tel. 00 33 3 84446247, [email protected]
Lons Le Saunier – Tel. 00 33 3 84246501, [email protected]om
Il Jura e la vicina Savoia hanno origini vitivinicole risalenti al Medioevo, con una regola che ne definiva i principi, anche se si ipotizza che già Plinio si riferisse al Savagnin come al “vino bianco che sa di pece”. Nel 1500 Filippo V° promuove a vini di corte i vini di queste zone.
Fillossera e crollo delle vendite portano quasi all’azzeramento della produzione, quando, negli anni ’50, Henri Maire rilancia la regione con l’invenzione del “vin fou”, il “vino pazzo” che fa esplodere buona parte delle bottiglie in cui viene conservato.
Il Jura può contare oggi su una superficie vitata di circa 2000 ettari, meno dell’1% della superficie vitata francese, con una produzione che, al 70%, è formata da vini bianchi, vin jaune, vin de paille.
Il clima è semicontinentale, con molti microclimi, inverni lunghi e asciutti e una buona esposizione a sud-ovest, che garantisce circa 1800 ore annue di sole. Il terreno è calcareo permeabile e solubile, con marne blu, rosse, grigie e nere, argille e scisti dell’era giurassica e triassica, ricco di fossili che infondono mineralità ai vini della zona.
Oltre ai classici vitigni della Borgogna, Pinot Noir e Chardonnay, le uve principali della regione sono il Savagnin, grasso, complesso, speziato, principalmente usato per la produzione di vin jaune; il Poulsard, dal colore pallido, delicato, ma molto aromatico; il Trousseau, scuro, corposo, tannico, usato per i rossi e nei Crémant.
La caratteristica principale della regione è la produzione dei vini chiamati vin jaune (vino giallo) con un sapore unico evin de paille (vino di paglia, passito).
Il vin jaune è ottenuto da una vendemmia tardiva di uva Savagnin, sfrutta in pieno il processo di ossidazione e la tecnica del “velo de flor” e ha un potenziale di invecchiamento di decenni. I vin de paille sono vini dolci e liquorosi ottenuti per appassimento delle uve.
Nel Jura vengono riconosciute sei zone a denominazione controllata (A.O.C):
Arbois, in cui la maggior parte dei vini sono realizzati in uno stile tradizionale, con rossi potenti ed eleganti e vini bianchi tipici; Château-Chalon: zona di produzione per eccellenza dei grandi vin jaune (solo uve Savagnin con affinamento sotto il velo dei lievieti in botti scolme); Crémant du Jura: vini bianchi metodo classico e rosé con la possibilità di impiegare vitigni locali in sostituzione di Pinot Noir e Pinot Gris; Côtes du Jura: denominazione che consente di produrre vini di tutte le tipologie; L'Etoile: bianchi secchi minerali, vin jaune, vin de paille; Macvin du Jura: vino fortificato, una mistella, che proviene da mosto di vendemmia tardiva di uve Savagnin,
Subito grande successo e apprezzamento per il Crémant du Jura Blanc Brut 2007 - Domaine Rolet (Chardonnay 54%, Savagnin 23%, Poulsard 23%.), che viene servito con l’aperitivo a buffet in cui spiccano per gusto il salame di sola coscia “Marco d’Oggiono”, la tartare di salmerino del lago con zenzero fresco e la mousse alla barbabietola e sambuco. Da una zona non certo famosa per le bollicine un buon prodotto, con Savagnin e Poulsard a infondere delicatezza e aromaticità. Ottimo Crémant molto fresco, gradevole e raffinato, di colore giallo pallido con riflesso verdolini. Perlage fine e note eleganti di fiori bianchi e biancospino.