Brunello di Montalcino Soldera Riserva Case Basse, già ritenuto uno dei migliori vini d’Italia e del Mondo, dopo quanto accaduto la notte del 2 dicembre 2012 quando un ex dipendente introdottosi nella cantina ha distrutto 6 annate del prezioso vino, le quotazioni del Brunello di Gianfranco Soldera hanno subito un’impennata paurosa con proposte d’acquisto che sono arrivate sino a 1.300 dollari per bottiglia e di cui non si può prevedere l’apice della quotazione pocihè le prossime bottiglie in commercio non si vedranno prima del 2019. Il problema è che ormai reperire bottiglie è quasi impossibile… Brunello di Montalcino Riserva Biondi Santi, insieme a quello di Soldera è ritenuto la migliore espressione del Brunello di Montalcino, riconosciuto in tutto il pianeta. Sassicaia Tenuta San Guido, il solito grande Sassicaia, il vino che ha fatto la storia dell’enologia italiana, ad oggi se ne producono tante, forse troppe bottiglie per consigliarne l’investimento se non in annate straordinarie come la 2006 (97/100 Robert Parker). Masseto Tenuta dell’Ornellaia, tra gli appassionati è un vino cult, un merlot in purezza che ha raggiunto la vetta dell’enologia mondiale sia sotto il punto di vista qualitativo che sotto il profilo dell’esclusività al pari dei più grandi vini francesi (Cheval Blanc, Romanèe Conti, Petrus). Redigaffi Tua Rita, altro Merlot in purezza che insieme al Masseto costituisce la coppia d’attacco della nazionale italiana grandi vini. Uno dei migliori merlot del mondo. Sole 10.000 bottiglie prodotte ogni anno, conteso da raffinati goumet in ogni angolo del mondo. Barolo Brunate Roberto Voerzio, siamo in Piemonte (altro grande territorio ad altissima vocazione vitivinicola), esattamente nel comune di La Morra, un Nebbiolo in purezza per uno straordinario vino di difficilissima reperibilità, dalla longevità quasi incalcolabile. Solo 3.000 le bottiglie prodotte ogni anno, ben al di sotto della richiesta. Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno, ennesimo assegno circolare in grado di moltiplicare il suo valore se si ha la pazienza di aspettare anni. Un vino che comincia ad esprimersi a livelli straordinari dopo circa 15 anni dalla vendemmia, a 7-8 anni dalla sua commercializzazione. Impossibile determinarne la longevità, è praticamente immortale. Barolo Le Rocche del Falletto Bruno Giacosa, come punto 7, nè più nè meno. Amarone Vigneto di Monte Lodoletta Romano Dal Forno, un capolavoro di Amarone, qui siamo in Valpolicella (Veneto), un vino libidinoso, strabordante in tutto (costo compreso). La distanza tra il numero di bottiglie in commercio e la richiesta che proviene da facoltosi buongustai di tutto il mondo, garantisce il buon esito dell’investimento, praticamente guadagno garantito. Primitivo di Manduria ES di Gianfranco Fino, qualcuno si starà meravigliando della presenza di un vino pugliese accanto a mostri sacri dell’enologia italiana, vi spiego perchè merita di esserci. In primis, è rivolto a chi vuole scommettere cifre più modeste rispetto ai precedenti vini, inoltre, chi ha seguito negli ultimi anni Gianfranco Fino sà che il suo Primitivo ha raggiunto livelli assoluti, testimoniati dalla caterva di premi raccolti in ogni manifestazione enologica a cui ha partecipato e da ogni guida del vino che lo ha recensito, tutti fattori in grado di determinare l’aumento del valore del vostro investimento. Se ai premi ed alle menzioni a destra e a manca ci aggiungete che sono prodotte sole 12.000 bottiglie l’anno e che ormai da 2 anni di fila è ritenuto il miglior vino d’Italia.
Comprare vecchi vini a prezzi ancora ragionevoli si può, sapendo che ci si muove su un terreno insicuro e infido (l’accento è sulla seconda i, ci si deve tenere). In linea generale, sul mercato si trova vino d’antiquariato soprattutto tramite le aste specializzate, che interessano nella grande maggioranza dei casi i nomi/portaerei: Premier Cru di Bordeaux, Grand Cru di Borgogna, Champagne millesimati rari e rarissimi, e in Italia il gruppo oligarchico Sassicaia/Masseto/Monfortino (e poco altro).
Spippolando sul web si possono tuttavia pescare etichette meno celebrate ma degne del massimo interesse. Bottiglie ben note agli enofili di vent’anni fa perché svettanti all’interno di una scala di annate senz’altro buone o ottime, però di qualità meno brillante.
Di seguito qualche suggerimento, limitandoci per questo post ai vini rossi. Tenendo ben presente il vecchio adagio: “con il tempo non esistono più grandi vini ma solo grandi bottiglie” (vale a dire che appena uscito un grande vino ha in genere una confortante uniformità dei lotti che vanno in commercio, mentre a distanza di decenni gli esiti tra flacone e flacone possono differire anche in maniera sensibile).
Sammarco Castello dei Rampolla 1981
Prima annata prodotta. Il prezzo è molto valido, considerando che l’85 si trova a quasi il triplo (166 euro)
59 euro
Apparita Castello di Ama 1992
A 88 euro si prova uno dei vini che hanno fatto la storia dei rossi toscani moderni. L’87 è anche più buono, ma costa 148 eurozzi (sempre meno rispetto alla fiammata speculativa di qualche anno fa, comunque: ci volevano 500 o 600 euro, talvolta anche di più)
Camartina Querciabella 1990
D’accordo, non è regalato, ma se si pesca la bottiglia giusta il livello è vicino a quello del leggendario Camartina 1988.
60 euro
Concerto Castello di Fonterutoli 1988
Non si trova al momento l’85, rosso davvero unico, ma anche l’88 merita.
34 euro
Vino Nobile di Montepulciano Fattoria del Cerro 1985
Un vino che all’epoca stupì (insieme all’86) più di un collega. Oggi potrebbe essere un vecchietto decrepito, ma se la conservazione è buona scommetterei su una piacevole sorpresa.
49 euro (in un sito estone!)
Château Gruaud Larose 1986
Uno dei più grandi rossi bordolesi del dopoguerra. Stupisce che si trovi ancora a meno di cento euro, dal momento che non ha nulla da invidiare ai Premier Cru della stessa vendemmia, che si vendono a prezzi ben superiori.
90 euro
Château Meyney 1986
Bordeaux formidabile, “un zucchero”, direbbero a Roma. Oggi dovrebbe essere in ottima forma.
41 euro
Rimangono introvabili numerosi vini storici. Consiglio a tutti di controllare (“monitorare”) costantemente la rete per almeno due perle: il Vin Santo Fattoria di Gracciano 1985, buono come il più buono dei vini dolci buoni – Yquem della stessa annata gli era inferiore, per dire – e la primula rossa dei vini piemontesi, il sublime Cerequio Marengo Marenda 1989*: uno dei tre o quattro più grandi Barolo mai bevuti da palato umano.
Comprare vecchi vini a prezzi ancora ragionevoli si può, sapendo che ci si muove su un terreno insicuro e infido (l’accento è sulla seconda i, ci si deve tenere). In linea generale, sul mercato si trova vino d’antiquariato soprattutto tramite le aste specializzate, che interessano nella grande maggioranza dei casi i nomi/portaerei: Premier Cru di Bordeaux, Grand Cru di Borgogna, Champagne millesimati rari e rarissimi, e in Italia il gruppo oligarchico Sassicaia/Masseto/Monfortino (e poco altro).
Spippolando sul web si possono tuttavia pescare etichette meno celebrate ma degne del massimo interesse. Bottiglie ben note agli enofili di vent’anni fa perché svettanti all’interno di una scala di annate senz’altro buone o ottime, però di qualità meno brillante.
Di seguito qualche suggerimento, limitandoci per questo post ai vini rossi. Tenendo ben presente il vecchio adagio: “con il tempo non esistono più grandi vini ma solo grandi bottiglie” (vale a dire che appena uscito un grande vino ha in genere una confortante uniformità dei lotti che vanno in commercio, mentre a distanza di decenni gli esiti tra flacone e flacone possono differire anche in maniera sensibile).
Sammarco Castello dei Rampolla 1981
Prima annata prodotta. Il prezzo è molto valido, considerando che l’85 si trova a quasi il triplo (166 euro)
59 euro
Apparita Castello di Ama 1992
A 88 euro si prova uno dei vini che hanno fatto la storia dei rossi toscani moderni. L’87 è anche più buono, ma costa 148 eurozzi (sempre meno rispetto alla fiammata speculativa di qualche anno fa, comunque: ci volevano 500 o 600 euro, talvolta anche di più)
Camartina Querciabella 1990
D’accordo, non è regalato, ma se si pesca la bottiglia giusta il livello è vicino a quello del leggendario Camartina 1988.
60 euro
Concerto Castello di Fonterutoli 1988
Non si trova al momento l’85, rosso davvero unico, ma anche l’88 merita.
34 euro
Vino Nobile di Montepulciano Fattoria del Cerro 1985
Un vino che all’epoca stupì (insieme all’86) più di un collega. Oggi potrebbe essere un vecchietto decrepito, ma se la conservazione è buona scommetterei su una piacevole sorpresa.
49 euro (in un sito estone!)
Château Gruaud Larose 1986
Uno dei più grandi rossi bordolesi del dopoguerra. Stupisce che si trovi ancora a meno di cento euro, dal momento che non ha nulla da invidiare ai Premier Cru della stessa vendemmia, che si vendono a prezzi ben superiori.
90 euro
Château Meyney 1986
Bordeaux formidabile, “un zucchero”, direbbero a Roma. Oggi dovrebbe essere in ottima forma.
41 euro
Rimangono introvabili numerosi vini storici. Consiglio a tutti di controllare (“monitorare”) costantemente la rete per almeno due perle: il Vin Santo Fattoria di Gracciano 1985, buono come il più buono dei vini dolci buoni – Yquem della stessa annata gli era inferiore, per dire – e la primula rossa dei vini piemontesi, il sublime Cerequio Marengo Marenda 1989*: uno dei tre o quattro più grandi Barolo mai bevuti da palato umano.