Quanto costa produrre una bottiglia di vino?
Quanto costa produrre una bottiglia di vino? La domanda, per nulla banale, ha trovato finalmente una risposta nella ricerca pubblicata qualche giorno fa dall’UniCeSV (Centro universitario di Ricerca e formazione per lo sviluppo competitivo delle imprese del Settore Vitivinicolo italiano) ed ha risvolti curiosi. Piccola premessa prima di rivelare prezzi e tipologia: calcolare il costo di produzione di una bottiglia non è un cavolo facile, le scelte che un produttore si trova a dover fare sono decine in ogni punto della filiera. Eccovi, a mo’ di esempio, qualche domanda tipo: quanta uva faccio produrre al mio vigneto e che tappo uso? Quello da 10 cent o è meglio uno da 60? Beh, dipende dal tipo di vino: se l’aspettativa di vita è lunga meglio spendere qualcosina in più anche per bottiglia e capsula. Ovvio che per un vino siffatto servirà un lavoro in vigna più accurato e poi botti in legno, tanto spazio in cantina e qualche anno di merce ferma causa affinamento. Mi fermo qui ma la lista è lunghissima, meglio concentrarci sul campione della ricerca che ha coinvolto 40 aziende del Chianti Classico Docg con una superfice media vitata di 35 ettari per complessivi 1.100 ettari.
Cos’hanno scoperto i ricercatori dell’UniCeSV? Che una bottiglia di Chianti Classico Docg ha un costo di produzione medio di euro 4,93, con un minimo di 3,66 e un massimo di 9,62 euro. E con questo direi che siamo punto e accapo: il range è troppo ampio per poter tirare qualche tipo di conclusione ma c’è un dato che mi incuriosisce alquanto: il prezzo minimo di produzione. Se a quei 3,66 aggiungiamo il guadagno che rappresentanti, trasportatori ed enotecari caricano sul costo finale, si vola direttamente a un minimo di 7/8 euro per comprare un bottiglia che potremmo considerare di bassa qualità. E le bottiglie di Chianti che i supermercati vendono a 2,50 cosa contengono allora, risciacquatura di botti o qualcosa di peggio? Se non sbaglio il disciplinare dovrebbe servire proprio a evitare truffe e inganni che comunque dovrebbero passare al vaglio della commissione nominata dal consorzio. Sono loro che assaggiano e decidono cosa è Chianti e cosa no ma, forse, mi sto avventurando in un campo disseminato di condizionali e mine pronte ad esplodere ad ogni mia domanda. Meglio pensare che sia la solita ricerca inutile.
Quanto costa produrre una bottiglia di vino? La domanda, per nulla banale, ha trovato finalmente una risposta nella ricerca pubblicata qualche giorno fa dall’UniCeSV (Centro universitario di Ricerca e formazione per lo sviluppo competitivo delle imprese del Settore Vitivinicolo italiano) ed ha risvolti curiosi. Piccola premessa prima di rivelare prezzi e tipologia: calcolare il costo di produzione di una bottiglia non è un cavolo facile, le scelte che un produttore si trova a dover fare sono decine in ogni punto della filiera. Eccovi, a mo’ di esempio, qualche domanda tipo: quanta uva faccio produrre al mio vigneto e che tappo uso? Quello da 10 cent o è meglio uno da 60? Beh, dipende dal tipo di vino: se l’aspettativa di vita è lunga meglio spendere qualcosina in più anche per bottiglia e capsula. Ovvio che per un vino siffatto servirà un lavoro in vigna più accurato e poi botti in legno, tanto spazio in cantina e qualche anno di merce ferma causa affinamento. Mi fermo qui ma la lista è lunghissima, meglio concentrarci sul campione della ricerca che ha coinvolto 40 aziende del Chianti Classico Docg con una superfice media vitata di 35 ettari per complessivi 1.100 ettari.
Cos’hanno scoperto i ricercatori dell’UniCeSV? Che una bottiglia di Chianti Classico Docg ha un costo di produzione medio di euro 4,93, con un minimo di 3,66 e un massimo di 9,62 euro. E con questo direi che siamo punto e accapo: il range è troppo ampio per poter tirare qualche tipo di conclusione ma c’è un dato che mi incuriosisce alquanto: il prezzo minimo di produzione. Se a quei 3,66 aggiungiamo il guadagno che rappresentanti, trasportatori ed enotecari caricano sul costo finale, si vola direttamente a un minimo di 7/8 euro per comprare un bottiglia che potremmo considerare di bassa qualità. E le bottiglie di Chianti che i supermercati vendono a 2,50 cosa contengono allora, risciacquatura di botti o qualcosa di peggio? Se non sbaglio il disciplinare dovrebbe servire proprio a evitare truffe e inganni che comunque dovrebbero passare al vaglio della commissione nominata dal consorzio. Sono loro che assaggiano e decidono cosa è Chianti e cosa no ma, forse, mi sto avventurando in un campo disseminato di condizionali e mine pronte ad esplodere ad ogni mia domanda. Meglio pensare che sia la solita ricerca inutile.