
2013 decisamente meglio del 2011 e del 2012. Lo scorso anno abbiamo dovuto fare i conti non con l’anticiclone delle Azzorre, bensì con settefenomeni dai nomi più suggestivi - spiegano dal Centro studi di Assoenologi, ovvero dell’Organizzazione nazionale di categoria che nel nostro Paese raggruppa e rappresenta i tecnici del settore vitivinicolo. In primavera abbiamo accarezzato Hannibal. Quindi conosciuto Scipione che, dal 17 al 27, ha fatto evaporare giugno. Poi abbiamo maledetto Caronte che, dal 29 giugno al 9 luglio, ci ha traghettato verso una torrida estate facendoci boccheggiare alla soglia dei 40 gradi. E che dire di Minosse che, dal 10 al 15 luglio, ci ha regalato sei giorni di fuoco privilegiando Sicilia, Sardegna e Puglia. Dal 29 luglio al 5 agosto abbiamo dovuto fare i conti con Ulisse. Dal 7 al 15 agosto è stato Nerone a far parlare, o meglio “sudare” l’Italia tutta, seguito da Caligola (17/19 agosto) che ha lasciato il posto a Lucifero (20/25 agosto). Beatrice non ha portato le tanto auspicate piogge di fine agosto che sono arrivate in settembre grazie a Poppea che, però, per le uve bianche non ha ristabilito le ottimali condizioni salvando soprattutto al Nord quelle a bacca rossa in generale e di vendemmia tardiva in particolare.
Quest’anno invece l’andamento climatico e meteorico è stato inusuale ma favorevole alla vite permettendogli un ciclo vegetativo più razionale, con una maturazione diluita nel tempo che ha fatto rientrare il periodo vendemmialenella media storica. Infatti i tempi di raccolta, rispetto alla scorsa campagna, sono stati procrastinati di 10/15 giorni nel Centro Nord e di 7/10 giorni nel Sud e nelle Isole.
Un andamento climatico bizzarro ma non negativo. Dopo un autunno molto mite, tra i più caldi degli ultimi 25 anni, - continua Giuseppe Martelli -l’inverno è iniziato con un brusco abbassamento delle temperature inferiori alla norma. Gennaio, febbraio e marzo sono stati caratterizzati in tutt’Italia da precipitazioni elevate, superiori alla media stagionale, tali da ascrivere questo periodo come tra i più piovosi e nevosi degli ultimi 50 anni.
Ad esempio: in Friuli le piogge dei primi 5 mesi hanno eguagliato la quantità caduta mediamente in un anno; il Trentino, solo nel mese di maggio, ha fatto registrare 260 mm di acqua; in Romagna i primi 3 mesi sono stati i più umidi degli ultimi decenni; nelle Marche, nel periodo gennaio/maggio, sono caduti 464 mm di pioggia superando del 46% l’andamento medio dell’ultimo quarantennio. In sintesi, nei primi tre mesi del 2013, in molte regioni italiane, è caduto il 50% del quantitativo di pioggia che si registra in un anno.
Anche in primavera e all’inizio dell’estate le precipitazioni sono state copiose creando preziose riserve nel sottosuolo, ma provocando anche, in diverse zone, non pochi problemi a causa dei virulenti attacchi fungini (peronospora e oidio) che hanno inciso sui potenziali produttivi, innescando diversi probleminella fase di allegagione che hanno fatto seguito ad una fioritura eterogenea.
Settembre straordinario, ottobre meno. Dalla seconda metà di luglio è arrivato il grande caldo e in agosto si sono verificate importanti quanto decise escursioni termiche tra il giorno e la notte che hanno creato le condizioni propizie per una maturazione lunga, ma molto promettente, senza dubbio migliore delle due precedenti annate. Purtroppo diverse sono state le grandinate che, sia pure in modo diverso, si sono abbattute da Nord a Sud.
Il mese di settembre è decorso nel migliore dei modi ristabilendo fiducia ed entusiasmo, privilegiando principalmente i vini ottenuti da uve a bacca bianca, mentre meno fortunati sono stati i vini rossi (le cui uve sono statevendemmiate nel mese di ottobre), che hanno subito le bizzarrie del tempo incontrando bruschi sbalzi di temperatura e, in certe zone, consistenti precipitazioni che hanno influito sulla quantità e la qualità.
Le date della vendemmia 2013. Le regioni a tagliare i primi grappoli delle uve precoci e base spumante - specifica il direttore generale di Assoenologi -sono state la Puglia e la Sicilia nella prima decade di agosto. Il pieno della vendemmia in tutt’Italia è avvenuto nell’ultima settima di settembre e nei primi giorni di ottobre. I conferimenti si sono chiusi in novembre con gli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.
La maturazione, a differenza degli ultimi anni, è stata graduale, distribuita in un giusto lasso di tempo e non concentrata come è avvenuto, sia pur per ragioni diverse, nel 2011 e nel 2012. Una lenta maturazione ha implicato più elevati parametri qualitativi, visto che ha favorito l’accumulo di positive sostanze come quelle aromatiche nelle uve a bacca bianca e quelle polifenoliche in quelle a bacca rossa.
IN PILLOLE
Assoenologi prevede 47/48 milioni di ettolitri di vino. Nel 2013 sono staticonferiti tra i 64 e i 67 milioni di quintali di uva da vino che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73% danno tra i 47 e i 48 milioni di ettolitri di vino. Un quantitativo superiore del 15% rispetto a quello dello scorso anno che fece registrare una produzione di 41,1 milioni di ettolitri (dato Istat). In tutte le regioni, fatta eccezione del Sud Toscana, Umbria e Lazio, è stato registrato un incremento rispetto al 2012 compreso tra il 5 ed il 30% -asserisce il Centro studi di Assoenologi.
Qualità interessante. La maturazione, a differenza degli ultimi anni, è stata graduale, distribuita nel tempo e non concentrata come è avvenuto nel 2011 e nel 2012. Ciò ha permesso l’accumulo di importanti sostanze, tipo quelle aromatiche nei vini bianchi e fenoliche in quelli rossi, aumentando anche le tipicità che rappresentano principalmente il territorio, con sfumature accentuate anche fra i diversi terroir. La qualità è sicuramente ottima per i vini bianchi. Qualche punto interrogativo rimane per alcuni vini rossi ottenuti da quelle uve vendemmiate nella prima parte di ottobre.
Il vino italiano rimane il più venduto al mondo. Mentre i consumi interni continuano a calare, secondo Assoenologi il 2013 si chiuderà - afferma il direttore generale Giuseppe Martelli - sotto i 40 litri pro-capite contro i 45 del 2007 e i 110 degli anni Settanta, le nostre vendite all’estero, nonostante il periodo difficoltoso, crescono. Il 2012 si è chiuso con un incremento del 6,5% in valore ma con un calo dell’8,8% in volume rispetto al 2011.
I primi sei mesi di quest’anno mettono in luce un’ulteriore crescita del 8,4% in valore rispetto al 2012 con un leggero decremento dei volumi pari al 3,1%. Il che vuol dire che mandiamo all’estero meno prodotto ma guadagniamo di più. Decisamente interessante anche l’incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all’estero all’ingrosso che, nei primi sei mesi del 2013 è aumentato del 12%, pari a 2,38 euro al litro.
Quest’anno invece l’andamento climatico e meteorico è stato inusuale ma favorevole alla vite permettendogli un ciclo vegetativo più razionale, con una maturazione diluita nel tempo che ha fatto rientrare il periodo vendemmialenella media storica. Infatti i tempi di raccolta, rispetto alla scorsa campagna, sono stati procrastinati di 10/15 giorni nel Centro Nord e di 7/10 giorni nel Sud e nelle Isole.
Un andamento climatico bizzarro ma non negativo. Dopo un autunno molto mite, tra i più caldi degli ultimi 25 anni, - continua Giuseppe Martelli -l’inverno è iniziato con un brusco abbassamento delle temperature inferiori alla norma. Gennaio, febbraio e marzo sono stati caratterizzati in tutt’Italia da precipitazioni elevate, superiori alla media stagionale, tali da ascrivere questo periodo come tra i più piovosi e nevosi degli ultimi 50 anni.
Ad esempio: in Friuli le piogge dei primi 5 mesi hanno eguagliato la quantità caduta mediamente in un anno; il Trentino, solo nel mese di maggio, ha fatto registrare 260 mm di acqua; in Romagna i primi 3 mesi sono stati i più umidi degli ultimi decenni; nelle Marche, nel periodo gennaio/maggio, sono caduti 464 mm di pioggia superando del 46% l’andamento medio dell’ultimo quarantennio. In sintesi, nei primi tre mesi del 2013, in molte regioni italiane, è caduto il 50% del quantitativo di pioggia che si registra in un anno.
Anche in primavera e all’inizio dell’estate le precipitazioni sono state copiose creando preziose riserve nel sottosuolo, ma provocando anche, in diverse zone, non pochi problemi a causa dei virulenti attacchi fungini (peronospora e oidio) che hanno inciso sui potenziali produttivi, innescando diversi probleminella fase di allegagione che hanno fatto seguito ad una fioritura eterogenea.
Settembre straordinario, ottobre meno. Dalla seconda metà di luglio è arrivato il grande caldo e in agosto si sono verificate importanti quanto decise escursioni termiche tra il giorno e la notte che hanno creato le condizioni propizie per una maturazione lunga, ma molto promettente, senza dubbio migliore delle due precedenti annate. Purtroppo diverse sono state le grandinate che, sia pure in modo diverso, si sono abbattute da Nord a Sud.
Il mese di settembre è decorso nel migliore dei modi ristabilendo fiducia ed entusiasmo, privilegiando principalmente i vini ottenuti da uve a bacca bianca, mentre meno fortunati sono stati i vini rossi (le cui uve sono statevendemmiate nel mese di ottobre), che hanno subito le bizzarrie del tempo incontrando bruschi sbalzi di temperatura e, in certe zone, consistenti precipitazioni che hanno influito sulla quantità e la qualità.
Le date della vendemmia 2013. Le regioni a tagliare i primi grappoli delle uve precoci e base spumante - specifica il direttore generale di Assoenologi -sono state la Puglia e la Sicilia nella prima decade di agosto. Il pieno della vendemmia in tutt’Italia è avvenuto nell’ultima settima di settembre e nei primi giorni di ottobre. I conferimenti si sono chiusi in novembre con gli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.
La maturazione, a differenza degli ultimi anni, è stata graduale, distribuita in un giusto lasso di tempo e non concentrata come è avvenuto, sia pur per ragioni diverse, nel 2011 e nel 2012. Una lenta maturazione ha implicato più elevati parametri qualitativi, visto che ha favorito l’accumulo di positive sostanze come quelle aromatiche nelle uve a bacca bianca e quelle polifenoliche in quelle a bacca rossa.
IN PILLOLE
Assoenologi prevede 47/48 milioni di ettolitri di vino. Nel 2013 sono staticonferiti tra i 64 e i 67 milioni di quintali di uva da vino che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73% danno tra i 47 e i 48 milioni di ettolitri di vino. Un quantitativo superiore del 15% rispetto a quello dello scorso anno che fece registrare una produzione di 41,1 milioni di ettolitri (dato Istat). In tutte le regioni, fatta eccezione del Sud Toscana, Umbria e Lazio, è stato registrato un incremento rispetto al 2012 compreso tra il 5 ed il 30% -asserisce il Centro studi di Assoenologi.
Qualità interessante. La maturazione, a differenza degli ultimi anni, è stata graduale, distribuita nel tempo e non concentrata come è avvenuto nel 2011 e nel 2012. Ciò ha permesso l’accumulo di importanti sostanze, tipo quelle aromatiche nei vini bianchi e fenoliche in quelli rossi, aumentando anche le tipicità che rappresentano principalmente il territorio, con sfumature accentuate anche fra i diversi terroir. La qualità è sicuramente ottima per i vini bianchi. Qualche punto interrogativo rimane per alcuni vini rossi ottenuti da quelle uve vendemmiate nella prima parte di ottobre.
Il vino italiano rimane il più venduto al mondo. Mentre i consumi interni continuano a calare, secondo Assoenologi il 2013 si chiuderà - afferma il direttore generale Giuseppe Martelli - sotto i 40 litri pro-capite contro i 45 del 2007 e i 110 degli anni Settanta, le nostre vendite all’estero, nonostante il periodo difficoltoso, crescono. Il 2012 si è chiuso con un incremento del 6,5% in valore ma con un calo dell’8,8% in volume rispetto al 2011.
I primi sei mesi di quest’anno mettono in luce un’ulteriore crescita del 8,4% in valore rispetto al 2012 con un leggero decremento dei volumi pari al 3,1%. Il che vuol dire che mandiamo all’estero meno prodotto ma guadagniamo di più. Decisamente interessante anche l’incremento del prezzo al litro delle nostre vendite all’estero all’ingrosso che, nei primi sei mesi del 2013 è aumentato del 12%, pari a 2,38 euro al litro.