Considerato che nella pizza sono quasi sempre presenti pomodoro e latticini il primo e più naturale abbinamento si ha con il vino bianco. Se la pizza è farcita con tanti formaggi o mozzarelle molto grasse come quella di bufala sarà adatto un vino di media struttura come il Verdicchio. Se invece preferite pizze dai sapori forti con sapori piccanti come il salame o salati come le acciughe sarà meglio optare per un vino ben strutturato come il Greco di Tufo.
Se amate gli spumanti un brut si sposa perfettamente soprattutto quelle al formaggio o alle verdure, la classica margherita. Per rimanere in tema di bollicine anche un buon lambrusco va sempre bene e le sue bollicine vi aiuteranno nella digestione: in questo caso l’abbinamento ideale è con le pizze “gustose” e importanti, grasse e con la presenza di condimenti sostanziosi quali la salsiccia.
E si può continuare anche con i rosati, forse l’abbinamento migliore quando si parla di pizza. Insomma ce n’è per tutti i gusti. In generale è meglio ricordare che la pizza se è condita con pomodoro dovrebbe essere accompagnata da vini bianchi perché il pomodoro è caratterizzato da una spiccata acidità, un vino rosso e una pizza al pomodoro lasciano al palato un retrogusto amaro.
Una pizza con prosciutto senza pomodoro ben si accompagna, però, con rosati giovani, poco alcolici. Inoltre, più la pizza si fa “pesante” e saporita e più si adatta un vino di corpo e ben strutturato. La prossima volta in pizzeria provate anche un buon vino, non potrete più farne a meno!Pizza Margherita: un classico senza tempo con la sua combinazione di salsa di pomodoro, mozzarella cremosa e foglie di basilico. Allo stesso tempo un piatto semplice da abbinare con il vino. Calcolata l’acidità del pomodoro, un vino dai pronunciati profumi di frutta lo esalterà, insieme alla dolcezza connaturata del formaggio. Mentre il rosso su rosso può senz’altro funzionare (rosso del pomodoro, rosso del vino) è bene non sottovalutare i bianchi che valorizzano la qualità degli ingredienti.
I bianchi. Una Vernaccia briosa profumata di erba, melone e frutta secca va benone, o un bianco Friulano, con il suo carnet di profumi agrumati e minerali che valorizza la ricetta della Margherita, semplice ma perfetta.
I rossi. Dal punto di vista dei rossi, gli abbinamenti ideali sono con vitigni come il Sangiovese (il vitigno del Chianti) con i profumi di prugna e le note floreali. O con il Barbera, ugualmente sapido, con richiami di frutta scrura e un colore rosso torbido. Un’altra possibilità, più sbarazzina, è il Teroldego, un vitigno trentino con rimandi spumeggianti alla ciliegia rossa, delicate note erbacee, e spiccata acidità. E ovviamente il Primitivo: vitigno pugliese gustoso, un po’ rustico e sempre a suo agio sulla pizza.
Bianchi
Vernaccia di San Gimignano Fiore 2008 Montenidoli, acida e sapida. (14 euro).
Colli Orientali Friuli Friulano 2009 de I Clivi (16 euro)
Rossi
Barbera d’Alba 200 di Flavio Roddolo, autentica e godibile (15 euro).
Chianti San Pancrazio 2008 di Fattoria San Pancrazio, floreale e quotidiano (12 euro) oChianti Classico Vigna del Sorbo Riserva 2006 di Fontodi (37 euro).
Primitivo di Manduria 2007 di Attanasio, ricco e verace (22 euro)
Teroldego Rotaliano 2008 di Elisabetta Foradori, un grande esempio di Teroldego, didattico e coinvolgente (16 euro).
Con la pizza, il primo pensiero è quello di ordinare un bicchiere di “vino d‘orzo”, come veniva anticamente chiamata la birra. È l’abbinamento per antonomasia, che dai tempi dei tempi riesce a soddisfare tutti i palati da quelli piu esigenti a quelli più sofisticati. In tempi non sospetti (oggi le variazioni sulla pizza sono un tema caldo) mi sono trovato a fare questa discussione con un pizzaiolo di terza generazione, che ormai ha nel DNA il mestiere e le tendenze che girano intorno al piatto simbolo dell’Italia .
La discussione è nata dopo che ho ordinato una birra naturale, non pastorizzata, e ne ho esaltato le proprietà organolettiche. Da buon degustatore, inizio a far lavorare la birra con la mia pizza (una Napoli) e cerco di capire dove possa arrivare con l’abbinamento perfetto. Dino, il pizzaiolo, mi guarda e sorride, dicendomi che per lui l’abbinamento ideale è il Lambrusco. Mi racconta che negli anni 80-90 era consuetudine abbinare le sue pizze al Lambrusco. Allora, come non provare! Mi faccio preparare delle piccole pizze – cinque per l’esattezza – tutte con gusti e ingredienti differenti, dalla “Quattro stagioni”, alla“Salamino piccante”, per poi passare a “Prosciutto e funghi”, “Quattro formaggi” e una semplice“Margherita con la bufala”. Sul tavolo, la mia birra naturale e il mio Lambrusco: a piccoli passi – assaggio dopo assaggio – volo di pizza in pizza e procedo nel valutare tutte le caratteristiche che esaltano sia il piatto che il vino o la birra. Con grande stupore, vedo che il mio amico pizzaiolo la sa lunga. Su cinque abbinamenti la birra vince solamente sulla pizza Margherita, dove incontra quei sentori lattici dolci e delicati. Sulle altre pizze il Lambrusco è a dir poco superbo: accarezza il palato, rinfresca, sgrassa, dona piacevolezza e quel filo di corpo in più che riesce a tenere testa alla carne di maiale e ai formaggi.
Se amate gli spumanti un brut si sposa perfettamente soprattutto quelle al formaggio o alle verdure, la classica margherita. Per rimanere in tema di bollicine anche un buon lambrusco va sempre bene e le sue bollicine vi aiuteranno nella digestione: in questo caso l’abbinamento ideale è con le pizze “gustose” e importanti, grasse e con la presenza di condimenti sostanziosi quali la salsiccia.
E si può continuare anche con i rosati, forse l’abbinamento migliore quando si parla di pizza. Insomma ce n’è per tutti i gusti. In generale è meglio ricordare che la pizza se è condita con pomodoro dovrebbe essere accompagnata da vini bianchi perché il pomodoro è caratterizzato da una spiccata acidità, un vino rosso e una pizza al pomodoro lasciano al palato un retrogusto amaro.
Una pizza con prosciutto senza pomodoro ben si accompagna, però, con rosati giovani, poco alcolici. Inoltre, più la pizza si fa “pesante” e saporita e più si adatta un vino di corpo e ben strutturato. La prossima volta in pizzeria provate anche un buon vino, non potrete più farne a meno!Pizza Margherita: un classico senza tempo con la sua combinazione di salsa di pomodoro, mozzarella cremosa e foglie di basilico. Allo stesso tempo un piatto semplice da abbinare con il vino. Calcolata l’acidità del pomodoro, un vino dai pronunciati profumi di frutta lo esalterà, insieme alla dolcezza connaturata del formaggio. Mentre il rosso su rosso può senz’altro funzionare (rosso del pomodoro, rosso del vino) è bene non sottovalutare i bianchi che valorizzano la qualità degli ingredienti.
I bianchi. Una Vernaccia briosa profumata di erba, melone e frutta secca va benone, o un bianco Friulano, con il suo carnet di profumi agrumati e minerali che valorizza la ricetta della Margherita, semplice ma perfetta.
I rossi. Dal punto di vista dei rossi, gli abbinamenti ideali sono con vitigni come il Sangiovese (il vitigno del Chianti) con i profumi di prugna e le note floreali. O con il Barbera, ugualmente sapido, con richiami di frutta scrura e un colore rosso torbido. Un’altra possibilità, più sbarazzina, è il Teroldego, un vitigno trentino con rimandi spumeggianti alla ciliegia rossa, delicate note erbacee, e spiccata acidità. E ovviamente il Primitivo: vitigno pugliese gustoso, un po’ rustico e sempre a suo agio sulla pizza.
Bianchi
Vernaccia di San Gimignano Fiore 2008 Montenidoli, acida e sapida. (14 euro).
Colli Orientali Friuli Friulano 2009 de I Clivi (16 euro)
Rossi
Barbera d’Alba 200 di Flavio Roddolo, autentica e godibile (15 euro).
Chianti San Pancrazio 2008 di Fattoria San Pancrazio, floreale e quotidiano (12 euro) oChianti Classico Vigna del Sorbo Riserva 2006 di Fontodi (37 euro).
Primitivo di Manduria 2007 di Attanasio, ricco e verace (22 euro)
Teroldego Rotaliano 2008 di Elisabetta Foradori, un grande esempio di Teroldego, didattico e coinvolgente (16 euro).
Con la pizza, il primo pensiero è quello di ordinare un bicchiere di “vino d‘orzo”, come veniva anticamente chiamata la birra. È l’abbinamento per antonomasia, che dai tempi dei tempi riesce a soddisfare tutti i palati da quelli piu esigenti a quelli più sofisticati. In tempi non sospetti (oggi le variazioni sulla pizza sono un tema caldo) mi sono trovato a fare questa discussione con un pizzaiolo di terza generazione, che ormai ha nel DNA il mestiere e le tendenze che girano intorno al piatto simbolo dell’Italia .
La discussione è nata dopo che ho ordinato una birra naturale, non pastorizzata, e ne ho esaltato le proprietà organolettiche. Da buon degustatore, inizio a far lavorare la birra con la mia pizza (una Napoli) e cerco di capire dove possa arrivare con l’abbinamento perfetto. Dino, il pizzaiolo, mi guarda e sorride, dicendomi che per lui l’abbinamento ideale è il Lambrusco. Mi racconta che negli anni 80-90 era consuetudine abbinare le sue pizze al Lambrusco. Allora, come non provare! Mi faccio preparare delle piccole pizze – cinque per l’esattezza – tutte con gusti e ingredienti differenti, dalla “Quattro stagioni”, alla“Salamino piccante”, per poi passare a “Prosciutto e funghi”, “Quattro formaggi” e una semplice“Margherita con la bufala”. Sul tavolo, la mia birra naturale e il mio Lambrusco: a piccoli passi – assaggio dopo assaggio – volo di pizza in pizza e procedo nel valutare tutte le caratteristiche che esaltano sia il piatto che il vino o la birra. Con grande stupore, vedo che il mio amico pizzaiolo la sa lunga. Su cinque abbinamenti la birra vince solamente sulla pizza Margherita, dove incontra quei sentori lattici dolci e delicati. Sulle altre pizze il Lambrusco è a dir poco superbo: accarezza il palato, rinfresca, sgrassa, dona piacevolezza e quel filo di corpo in più che riesce a tenere testa alla carne di maiale e ai formaggi.